
di Redazione
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Leggere sì, ma con giudizio
La lettura è una delle abitudini più sane che possiamo avere: l’acquisiamo fin da piccoli, anche grazie o in forza del periodo dedicato agli studi, ma dovremmo cercare di mantenerla, continuando a fere buone letture anche durante l’età adulta.
In effetti, per molti adulti la lettura si limita a qualche pagina di quotidiano o rivista, oppure a manuali tecnici: sempre di lettura si tratta, ma non è quella che può aiutarci a nutrire la nostra mente, il nostro spirito e anche il nostro benessere fisico. Ci vuole qualcosa di diverso, qualcosa di “più”.
Una realtà ormai acclarata è che la lettura tende a spostarsi sempre di più dal classico supporto fisico rappresentato dal libro a un supporto tecnologico. Può trattarsi dello schermo di un personal computer, di lettore di ebook oppure di uno smartphone, il leggere è sempre più un’attività compiuta in forma digitale.
Questo non rappresenta di per sé un problema: il problema principale, che per molti aspetti è legato alla fruizione di contenuti digitali per la lettura, è la silenziosa invasione di testi scritti dall’Intelligenza Artificiale.
L’IA come un subdolo invasore
Fermiamoci per un attimo a riflettere su quelle che sono le novità e le notizie su cui maggiormente viene dirottata la nostra attenzione negli ultimi mesi. Sicuramente vi è un argomento di cui i media, tradizionali o digitali, mettono al centro dell’attenzione praticamente ogni giorno: le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale.
E in particolare la capacità dei più diffusi servizi di IA di creare dei testi, a dire di chi scrive assolutamente originali, basandosi semplicemente sulle indicazioni ricevute. Le applicazioni di questo tipo di strumenti sembrano davvero essere illimitate.
E a chi obietta, magari per aver provato gli strumenti stessi in maniera diretta, che la qualità dei testi, soprattutto quelli più complessi, lascia molto a desiderare, la risposta è che questa tecnologia è adattiva, quindi può “imparare” in fretta, per migliorare la qualità dei testi. Inoltre, per buona parte dei testi è previsto l’intervento umano: in ruolo di controllo e di miglioramento del testo nel suo complesso.
Il risultato, a detta degli entusiasti di questa tecnologia, sono già o saranno presto dei testi indistinguibili rispetto a quelli scritti da mano umana. In poco tempo, leggere il testo di un grande scrittore o quello elaborato da una macchina non farà nessuna differenza.
Il grande inganno
Il quadro che appare sembra decisamente idilliaco: un nuovo potente strumento in grado di creare un numero illimitato di testi, articoli e persino libri, in tempi rapidi e senza le incertezze e i rallentamenti che possono essere collegati all’intervento dell’uomo.
Ma la realtà è ben diversa: questo perché non è possibile, e non lo sarà probabilmente mai, che il testo scritto da un’Intelligenza Artificiale possa essere uguale a quello scritto da una persona.
È la fonte da cui nasce lo scritto che fa la differenza: da una parte c’è una macchina, per quanto evoluta, che è in grado di produrre dei “testi in serie”. Quindi privi di quello spunto, di quella scintilla di creatività che caratterizza ogni parola scritta da una persona, dotata di anima immortale, che si tratti di un autore famoso o di un anonimo sconosciuto.
Senza questa “scintilla”, questo quid che è in grado di rendere unico e diverso dagli altri ogni singolo testo, quelle che vengono messe in fila sulla pagina, che sia cartacea che sia su uno schermo, sono solo delle semplici parole. Parole a cui manca però qualcosa di profondo: quel qualcosa che fa della lettura un nutrimento dello spirito e un arricchimento personale, sia per chi scrive, sia per chi legge.
Un testo scritto da un’Intelligenza Artificiale può essere corretto, sia dal punto grammaticale che da quello sintattico, soprattutto se è intervenuta una correzione da parte umana. Ma porterà sempre con sé una sorta di indelebile marchio di fabbrica: il fatto da non nascere dall’ingegno, dal pensiero, dalla riflessione di una persona, ma dai codici e dagli algoritmi di una macchina.
E questo lo rende, inevitabilmente, un testo “povero”: non per il suo significato, ma per quello che è in grado di trasmettere al lettore. Un esempio ci può aiutare a capire meglio, se ce ne fosse bisogno, questa differenza importante.
Dalla lettura alla cucina
Pensiamo a un piatto cucinato da una persona: non necessariamente uno chef, ma anche una persona che prepara un pranzo per la famiglia oppure per gli amici. Ovviamente seguirà una ricetta, che potrà essere più o meno complicata. Come il risultato finale: che potrà essere perfetto, nel caso del grande chef, o mostrare qualche difetto, nel caso di un cuoco per passione.
E ora pensiamo a un piatto pronto surgelato, come quelli che si trovano nei congelatori di qualsiasi supermercato. E che promettono un risultato di alta cucina in pochi minuti e senza grandi sforzi. Anche perché la preparazione del piatto è stata praticamente completata nella fabbrica di produzione: a noi basta scaldarlo in forno oppure in padella e il pranzo e la cena sono pronti da servire in tavola.
Dove sta la differenza? Il sapore? Il profumo? Sicuramente la differenza più importante sta nelle caratteristiche nutrizionali di queste due tipologie di piatti. Il piatto preparato “espresso”, sempre per utilizzare un termine legato alla cucina, nasce dalla scelta di ingredienti naturali e sani, che quindi apportano nutrimento e beneficio al nostro corpo.
Il cibo precotto e congelato è ricco di conservanti, spesso di coloranti e anche di sostanze che ne esaltano la sapidità e il gusto. Ma tutti questi non rappresentano nutrienti utili per il nostro organismo: anzi, in alcuni casi, soprattutto a lungo andare, potrebbero risultare dannosi, soprattutto se assunti in grande quantità.
Allo stesso modo i testi prodotti da un’Intelligenza Artificiale possono dare davvero poco al nostro spirito e alla nostra mente: lasciano solo dietro di sé un fiume di parole, a cui manca un significato profondo.
Il lettore e l’autore
Prendiamo un libro scritto da un autore: può essere famoso o meno. E cominciamo a leggere. Non si tratta solo di parole messe in fila: se ci pensiamo, mentre leggiamo è proprio come se ci trovassimo di fronte l’autore stesso, che ci racconta la sua storia.
Siamo seduti sul divano, oppure sui sedili del treno o ancora all’aria aperta, su una panchina in un parco, e al nostro fianco abbiamo un grande poeta come Shakespeare, oppure una suora di clausura come Santa Teresa del Bambin Gesù, con cui possiamo parlare, per il tramite dei loro scritti.
Ci raccontano storie da leggere, verità, che siano fiction o nonfiction, ci spingono a riflettere sui misteri piccoli e grandi della nostra esistenza: in una parola, nutrono il nostro spirito, lo fanno crescere, parola dopo parola. E questo non solo per l’arte che queste opere rappresentano, ma soprattutto perché alla base c’è quella ispirazione, quella scintilla, che trasforma un semplice elenco di frasi in qualcosa di altro, di superiore, che ha il suo compimento nei libri cattolici tradizionali.
Senza dimenticare che la lettura non rappresenta solo un bene per il nostro spirito, ma anche per la nostra salute in generale. E in questo caso non si tratta di una semplice convinzione di chi ama leggere e trae piacere da questa attività, ma dei risultati di studi scientifici. Che hanno dimostrato come la lettura sia la base per migliorare le competenze linguistiche, logiche e di comprensione del testo: combattendo il fenomeno, sfortunatamente sempre più diffuso, dell’analfabetismo funzionale, per cui molte persone sanno leggere, ma non comprendono il significato di quello che leggono.
Inoltre, la lettura è uno dei migliori strumenti che abbiamo a disposizione per mantenere giovane il cervello, e per diminuire lo stress quotidiano, permettendoci di distaccarci dai problemi che ci affliggono, grazie alla capacità di coinvolgimento dei testi di qualità.
Quindi, leggere fa bene: ma è importante anche imparare a leggere con giudizio, in modo da dedicare tempo solo a quei testi che ci lasciano un valore aggiunto, che ci permettono di vivere meglio la nostra giornata.
La traduzione in lingua inglese è stata fatta da un madrelingua inglese: Read, but with discernment
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