
Cari lettori del Cartafaccio,
parlando del tema della vocazione non si possono non spendere alcune parole su un aspetto importantissimo che la riguarda: la bellezza e la grandezza della vocazione!
Nostro Signore Gesù Cristo, essendo Dio, avrebbe potuto scegliere qualunque altro modo per accompagnarci nel pellegrinaggio terreno fino alla fine dei tempi. Avrebbe potuto rimanere Lui Stesso a distribuire la grazia santificante, magari facendosi aiutare dagli angeli, o con altri mille strumenti.
Certo, le mie sono semplici supposizioni ma possono aiutarci a comprendere quale amore e quale predilezione ha avuto Dio per gli uomini: lasciare a dei mortali la possibilità di prendere parte all’opera sublime e altissima della Redenzione, celebrando i Sacramenti e così donando la grazia alle anime. Quella grazia senza la quale le nostre opere, anche le migliori e le più buone, non avrebbero nessun merito.
Il Signore ha voluto perpetuare la Sua opera, e in particolare il Suo Sacrificio, affidandolo alle mani di semplici uomini. Quale predilezione per le anime chiamate a continuare quest’opera anche ai nostri giorni! Che grazia immensa hanno i chiamati a predicare il Vangelo e a far discendere Cristo sui nostri altari quotidianamente!
Una missione così magnifica comporta anche molta responsabilità e prove ma non dobbiamo temere; se Dio chiama le anime sarà Lui il garante della loro fedeltà alla Sua impresa, se queste anime vorranno compiere sempre la volontà del Padre.
Padre Pio da Pietrelcina diceva che il mondo potrebbe sussistere senza il sole ma non senza la S. Messa. Riflettiamo dunque sulla grandezza del sacerdozio che permette la celebrazione della S. Messa. E riflettiamo sulla benedizione che inonda un’anima chiamata a questa vita.
Le famiglie e gli amici dei sacerdoti dovrebbero esultare e benedire Dio mille volte per avere accanto a loro un uomo che ha un dono tanto immenso, un uomo che possiede privilegi che neanche gli angeli più alti hanno. Quanto è da dolersi nel vedere, nella nostra società, indifferenza e ingratitudine verso i sacerdoti, verso coloro che permettono al mondo di non sprofondare nell’abisso della colpa.
La vocazione non deve spaventare o incutere un senso di noia in nessuno di noi. Essa permette di vivere un’esistenza così ravvicinata a Dio da sembrare di assaggiare, in alcuni momenti, la gioia del paradiso. Mi auguro che tanti giovani possano rendersi conto di questo prezioso tesoro che Nostro Signore offre a tante e tante anime, che spesso però sono distratte e sorde.
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