Più pazienza che coraggio

La pazienza è una virtù che fortifica lo spirito.

di Redazione

Io vedo del bene nel soffrire molto perché, senza soffrire, non è possibile sopportare le pene dello spirito, del cuore e la malattia. Ma, che gran differenza tra il soffrire, e l’impazientarsi del dolore!

L’impazienza è un ostacolo al sentimento della contentezza, di fare o sopportare per amore di Dio ciò che estremamente ci ripugna. Essa è pure un impedimento a certe grazie che Dio ci farebbe, se accettassimo con più calma e sottomissione la sua volontà. Ne vedrai la prova nelle seguenti linee, dirette da santa Margherita Maria a sua cognata, pericolosamente inferma a causa della malattia.

                «Non vi perdete di coraggio! Il soffrire portato con pazienza è più gradevole a Dio che non le più rigide austerità. Per addolcire i vostri dolori, credetemi, non c’è miglior rimedio della pazienza, ed una completa sottomissione alla volontà di Dio.»

Questi consigli non andavano per niente a genio all’ammalata, né furono eseguiti con docilità.

Ma la sanata le dichiarò come Dio non le avrebbe mandato del sollievo fino a che ella non si fosse sottomessa alla divina volontà.

Questa volta, Margherita Maria venne ascoltata e la cognata, rassegnatasi a tollerare con pazienza la sua malattia, ritrovò la calma, la pace del cuore, e la guarigione del corpo non si fece aspettare.

Dio premia sempre la pazienza.

La croce è un oggetto che naturalmente ripugna: se noi la portiamo per amore di Dio, egli, in virtù della pazienza, ci accorda un’altra grazia più preziosa e più utile della guarigione. Ciò che si fa per Dio deve essere sempre fatto in modo adeguato: vi si deve mettere, così, la forma come il vigore.

Ecco perché c’è bisogno di molta pazienza per soffrire con calma. E, per essere paziente si richiede più preghiera che forza.

La pazienza, come la dolcezza, esige grande volontà, ma soprattutto l’assistenza della grazia. Chi sofre davanti a Dio ha più merito di colui che semplicemente resiste al male.

E, chi riceve i colpi, alla fin fine è più sicuro di vincere rispetto a chi li dà. 

Da “un aiuto nel dolore”. 


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