Come parla il Signore al cuore – La Vocazione ⅠⅠⅠ

Impariamo ad scoltare la voce del Signore che conduce i nostri passi.
Scritto da: avatar dell'autore Filippo Vincis
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Filippo sta curando una edizione speciale per le Edizioni del Cartafaccio

Cari lettori,

adesso sappiamo con certezza che la vocazione proviene da Dio, nasce dal Suo Cuore di Padre amorevole. Qual è allora il metodo per comprendere la propria vocazione? Come parla il Creatore al cuore dell’uomo?

Cominciamo con l’affermare che ognuno di noi ha una sensibilità unica, differente dagli altri. È il Signore che ci ha creato in questo modo, e Lui sa come parlare al nostro spirito.

Alcuni personaggi straordinari, pensiamo a S. Paolo, capiscono la loro vocazione durante avvenimenti altrettanto straordinari, come la famosa caduta sulla via di Damasco.

L’Altissimo può scegliere di operare anche in modi sensazionali ma, in quasi tutte le chiamate, non lo fa. Egli opera nel silenzio, nel nascondimento, nella delicatezza di un tocco leggero sul cuore, che all’inizio può essere anche impercettibile. Dio non parla come gli uomini, non a voce alta o con episodi di vasta portata.

Bisogna allenare le orecchie interiori per ascoltare la Sua voce che conduce i nostri passi. Un elemento imprescindibile per camminare secondo il volere di Dio è, e lo dico secondo la mia piccola personale esperienza, il silenzio. Silenzio che deve essere sicuramente esteriore, lontani da ambienti invasi da continui rumori, ma soprattutto interiore.

La nostra anima deve riposare in Dio, lasciando a Lui solo lo spazio, e mettere da parte tutti i nostri pensieri che mettono in evidenza l’egoismo dell’uomo peccatore perché sono orientati solo a noi: il nostro passato, il nostro futuro, lo stare bene, lo stare male e molti altri.

Un’anima che vuole compiere solamente la volontà del Padre si preoccupa molto poco di se stessa perché sa che Lui penserà a ogni cosa.

Può aiutare a intravedere l’importanza del silenzio anche quest’ultima riflessione: quanto riesce a rimanere l’uomo di oggi nel silenzio? Pochissimo.

Perché il silenzio ci mette a nudo e mostra tutta la pochezza che è la natura umana. Perché il silenzio ci conduce per forza ad alzare gli occhi verso Qualcuno, quando si riconosce la fugacità delle cose terrene.

Credo sia per questo motivo che gli uomini, soprattutto oggi, cerchino di non rimanere mai nel pieno silenzio a lungo. Invoco su ognuno di voi la protezione di Maria Santissima, Stella Maris, e di San Giuseppe Suo castissimo Sposo. Vi chiedo di pregare per me e il mio cammino e vi prometto di ricordarvi davanti a Dio quotidianamente!


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Filippo Vincis Autore cattolico
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