
di Redazione
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Sotto il nome generale di Croce sono compresi ogni sorta di patimenti, di afflizioni e di avversità. Questa parola con tale significato appartiene al cristianesimo.
Certamente è cosa consolante di ricordare che con queste prove noi prendiamo parte alla Passione di Gesù Cristo, e compiamo in noi l’opera riparatrice fatta al Calvario, la cui virtù non ci può essere applicata senza la nostra cooperazione.
Riguardiamo la terra quale un immenso Calvario, ove si alzano croci per tutti. Gli estremi del lusso e della miseria, la prosperità e l’avversità vi si incontrano ed urtano a forza, poiché sulla terra tutti gli uomini soffrono necessariamente. Ognuno alla sua ora ascende al Calvario, e il dolore finisce con stabilire una triste uguaglianza fra le diverse classi della società.
Nella divisione vorresti essere tu il solo escluso?
Il Signore manda a suo piacimento la croce, a compiere in noi l’opera sua di salute. Non c’è santo che non reputi che sia meno male essere assalito dal demonio, che non aver croce.
La gente di mondo, diceva il Santo Curato d’Ars, si contrista quando ha croci; ed i buoni cristiani si affliggono quando non ne hanno. Il cristiano vive in mezzo alle croci, come il pesce nell’acqua… La croce lo purifica, lo distacca dal mondo, gli porta via dal cuore tutti gli ostacoli alla salute e lo aiuta a traversare la vita, come un ponte serve a passare un fiume.
È dunque di utilità grande a quelli che soffrono il guardare la croce con fede, speranza ed amore, riceverla con rispetto e confidenza, portarla con umiltà e con coraggio. Una disposizione calma ed umile nel portare la croce, è la pietra di paragone della virtù. Dovremmo essere ben persuasi di questa verità evidente agli occhi dei santi, e non voler essere subito alleggeriti dalla croce.
San Fulgenzio nella sua ultima malattia si rifiutò di prendere certi bagni che il suo medico gli consigliava. Se non posso fuggire la morte, diceva egli, perché sacrificare lo spirito di penitenza cercando un piccolo sollievo?
Amiamo di resistere nei patimenti per un Dio, il quale non ne rifiutò alcuno, preparato che fosse dalla sapienza del Padre o dalla malvagità dei suoi nemici, poiché tutti dovevano contribuire a salvarci. E nel ricevere la croce diciamo:
o Gesù, io riconosco il vantaggio di soffrire unito a voi. Concedetemi con la grazia della rassegnazione, di soffrire per vostro amore.
Chiediamo vivamente allo Spirito Santo che ci illumini per conoscere l’uso che abbiamo a fare delle nostre croci.
Un aiuto nel dolore
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