Filippo Vincis – autore cattolico

Filippo ha scritto la rubrica sulla vocazione del Cartafaccio e sta curando una edizione speciale per le Edizioni del Cartafaccio.

Filippo Vincis è un autore cattolico di Genova.
Filippo Vincis

di Filippo Vincis

Cari lettori del Cartafaccio,

dopo un lungo periodo ho nuovamente il piacere di scrivere su questo sito che tanto bene porta e porterà alle anime. Alcuni di voi potrebbero ricordarsi di una serie di articoli che apparirono riguardo al tema della vocazione, e che sono ancora comodamente reperibili, nei quali condividevo la mia personale esperienza di discernimento. Al termine di alcuni anni durante i quali Nostro Signore Gesù Cristo ha parlato dolcemente e delicatamente al mio cuore, posso affermare di aver compreso ciò che Dio vuole da me: servirLo per farLo regnare nella società, vivere dunque per il Cristo Re!

Per permettere a tutti coloro che ancora non sanno chi io sia di comprendere un po’ meglio le righe precedenti, mi presenterò descrivendovi come sono arrivato a battere sulla tastiera questo scritto.

Mi chiamo Filippo Vincis, ho 24 anni e vengo da Genova. Quando parlo della città nella quale la Santissima Trinità ha voluto farmi nascere mi piace sempre sottolineare la fortissima identità cattolica e mariana che in altri tempi permeava tutto il territorio della Repubblica di Genova. Il Demonio, si sa, infierisce maggiormente contro coloro che più duramente lo combattono. Infatti, la mia città è stata lentamente ma inesorabilmente, a causa delle idee nefaste e anticristiche della Rivoluzione Francese, contagiata dallo spirito di sovversione degli ultimi secoli. Se nel 1637 il senato della “Superba” donava lo scettro, la corona e le chiavi della città alla Vergine Maria proclamandola Regina, nel XIX secolo la città divenne uno dei centri propulsori della lotta ai poteri legittimamente costituiti nella penisola e alla S. Chiesa. Il culmine venne raggiunto nel 1912 quando S. Pio X scagliò l’interdetto sulla città (sospensione di alcuni Sacramenti in un dato territorio) a causa di un’empia campagna di stampa che fu organizzata per impedire l’insediamento nella diocesi al nuovo Arcivescovo, Mons. Andrea Caron.

Sono nato in una famiglia cattolica, che all’epoca non conosceva la Tradizione, e fin da piccolo mi sono posto moltissime domande sul senso della vita, su cosa fosse la felicità e su cosa volesse dire vivere da amico di Dio. Piano piano questi interrogativi mi hanno spinto a meditare più profondamente su come potessi vivere la mia esistenza secondo la volontà di Nostro Signore. Da adolescente Sono dunque entrato nel seminario minore retto dai Padri Carmelitani Scalzi di Arenzano (Ge). Nell’Ordine dei carmelitani ho trascorso alcuni anni della mia giovinezza fino ad emettere i voti semplici, cioè non definitivi, di religione. Nella mia formazione spirituale e teologica però mi accorsi, dopo poco tempo, che vi era una mancanza, un accomodamento al pensiero mondano, una paura della radicalità che Dio esige da ogni fedele che, soprattutto oggi, deve essere un soldato di Gesù Cristo, pronto ad annunciare al mondo le verità tanto scomode sulla legge naturale ed il Vangelo. Una lunga analisi sulla situazione attuale del mondo e delle strutture ecclesiastiche, certamente sostenuta dalla preghiera, dallo studio personale e anche dall’interesse per la storia e la letteratura, mi portarono alla conclusione che veramente nella Chiesa era avvenuta quella Rivoluzione in cappa e piviale (paramenti liturgici), che tanto preconizzavano i sovversivi della Roma di fine Ottocento.

Spinto dall’amore incondizionato per la Verità mi avvicinai ed entrai, a settembre 2022, nella Fraternità Sacerdotale San Pio X, opera di Chiesa nata dal cuore sacerdotale di Mons. Marcel Lefebvre per trasmettere il sacerdozio autenticamente cattolico. In questa realtà ho potuto approfondire la liturgia di sempre, spazzata via dalle riforme del Concilio Vaticano II, il magistero dei Papi e la vita condotta dai sacerdoti. Continuai il percorso nei seminari di Flavigny ed Ecône fino a febbraio 2025. Infatti, un giovane che entra in seminario ha certamente il desiderio di arrivare fino al Sacerdozio ma è altresì consapevole che i lunghi anni di formazione sono pensati per discernere, con l’ausilio del Direttore Spirituale, l’effettiva presenza della vocazione, che solo Dio può dispensare alle anime.

Avendo dunque compreso che il piano di Nostro Signore Gesù Cristo per me fosse un altro, diverso dalla vita sacerdotale, ho concluso il percorso in seminario per ritornare nel mondo ed essere un santo laico nel contesto di vita nel quale Dio vorrà pormi. Gli anni come seminarista sono stati preziosissimi, sia per la formazione umana e intellettuale ma ancor di più per la solida formazione spirituale che si riceve. In un mondo sempre più inconscio della bellezza della vita cristiana, siamo chiamati con forza a testimoniarla e ad annunciarla a tutti.

Spero di poter aiutare, nel mio piccolo, tante anime ad innamorarsi sempre più di Nostro Signore, della Beata Vergine e della S. Chiesa, anche in un momento apparentemente buio e senza via d’uscita come quello attuale, tramite il progetto del Cartafaccio nel quale credo pienamente. Vorrei concludere questo articolo invitandovi a non rimanere inermi ed in silenzio di fronte al male. Ognuno di noi, secondo gli stati di vita e gli obblighi derivanti dalle nostre condizioni, deve combattere per fare trionfare la Verità, senza paura e senza esitazione. Se i valori sono scomparsi, se la società è sempre più atea e consumista è perché i cristiani hanno cessato d’essere il sale della terra. Destiamoci dunque e riconquistiamo a Dio le nostre città e la nostra terra. Il soccorso delle Milizie Celesti e della Vergine Maria, Auxilium Christianorum, non ci mancherà. Anche noi, al termine della guerra, potremo dire con San Pio V dopo la battaglia di Lepanto: “Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit. – Non il coraggio, non le armi, non i comandanti ma la Madonna del Rosario ci ha resi vittoriosi”.

In Cordibus Jesu et Mariae,

Filippo Vincis

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